Comunisti con il popolo palestinese
Governi, partiti e media occidentali reagiscono al riaccendersi del conflitto fra Israele e i palestinesi copiaincollando i cliché della propaganda bellica con cui ci bombardano dall’inizio della guerra fra Russia e Ucraina: ci sono gli aggressori, i cattivi (i “nuovi Hitler”) come Putin e Hamas, e le vittime, i buoni come Zelensky e Netanyahu, eletti a paladini della democrazia benché leader di governi neofascisti. Chi non accetta questa narrazione è classificato, di volta in volta, come putiniano e terrorista (nei giorni scorsi è toccato, fra gli altri, a Moni Ovadia e Patrick Zaki). Vediamo fiumi di immagini shock sulle vittime israeliane mentre dei bombardamenti a tappeto su Gaza vediamo solo le vampe “vendicatrici”. Non una parola sui crimini dei coloni impegnati nella pulizia etnica in Cisgiordania, sulle condizioni di chi vive in quell’immane carcere a cielo aperto che è la Striscia di Gaza, sull’ingiunzione ai civili ad evacuare la Striscia per poter sterminare i miliziani di Hamas senza venire accusati di genocidio (e per compiere un nuovo passo verso il sogno di una “grande Israele”, cacciando i palestinesi dagli ultimi brandelli di territorio in cui sono stati progressivamente confinati dal 1948 ad oggi).
Ma noi comunisti diciamo: il genocidio è in atto da decenni e lo stato di Israele è colpevole di crimini di guerra che l’Occidente esalta come lotta per la democrazia. Hamas è il prodotto di questa politica che nega al popolo palestinese il diritto all’autodeterminazione, ad avere un territorio su cui costruire il proprio stato ed esercitare liberamente la propria sovranità. Finché questo diritto non verrà riconosciuto saremo al suo fianco nella lotta per ottenerlo. Vogliamo la pace, ma siamo consapevoli che alcune guerre sono giuste, quelle per la liberazione dei popoli.
Centro Studi Nazionale “Domenico Losurdo”
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