di Giacomo Sferlazzo
Pubblichiamo questo importante documento su Lampedusa messo a punto dal compagno Giacomo Sferlazzo, tra i più importanti dirigenti sia delle lotte contro la militarizzazione, da parte degli Usa e della Nato, del territorio di Lampedusa e di Sigonella, che delle lotte contro le politiche reazionarie che a Lampedusa prendono corpo, ora da parte del governo Meloni, in relazione alla questione migranti.
Grazie alla collaborazione di amici e tecnici siamo venuti a capo di ciò che si cela dietro il linguaggio burocratico e criptico del D.L. 19 settembre 2023, che vorrebbe condannare definitivamente l’isola e la comunità di Lampedusa.
La cultura e lo studio sono alla base di ogni processo di liberazione ed invito le nuove generazioni ad impegnarsi nelle attività di conoscenza.
Chiarisco:
1) dove saranno destinati i 45 milioni di euro che il governo ha stanziato per Lampedusa;
2) la predisposizione del piano normativo di legittimazione del C.P.R. alla Base Loran, nascosto in un gioco di rimandi a “matriosca” e nello specifico al combinato disposto art. 8 comma 3 e comma 7 del D.L. 19 settembre 2023;
3) il ruolo della nuova caserma di Polizia con la propedeutica campagna di denigrazione pubblica del popolo lampedusano;
4) l’Emergenza voluta e pianificate come strategia di “governence” per superare ogni vincolo e laccio burocratico e di garanzia di diritti e tutele dell’ambiente, della salute e della dignità umana;
5) l’assoluta continuità ed organicità delle leggi sulle migrazioni a partire dalla legge del 1990 Martelli, passando per la fondamentale Turco-Napolitano del 1998, fino ad arrivare alla Bossi-Fini e ai vari decreti sicurezza degli anni 2000.
Un modus operandi veramente subdolo e ingannevole da parte del governo Meloni, che dovrebbe dimettersi immediatamente, e una scarsa comprensione da parte dell’amministrazione comunale che seppur credo in buonafede è stata ed è incapace di comprendere ciò che è scritto nero su bianco nell’ultimo decreto del 19 settembre 2023.
Se l’amministrazione comunale non farà un incontro in piazza per chiarire la situazione, anche alla luce di questa comunicazione, inviterò pubblicamente l’amministrazione comunale a dimettersi.
Prima di tutto dobbiamo leggere cosa è scritto nel comma 1 dell’Art. 8:
“Al fine di fronteggiare la grave situazione socio-economica nell’isola di Lampedusa, determinatasi a seguito dell’eccezionale afflusso di cittadini provenienti dai Paesi del Mediterraneo, il Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri predispone, d’intesa con il Comune di Lampedusa e Linosa, con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministero delle imprese e del made in Italy, sentita la Regione Siciliana, un piano degli interventi finalizzati alla realizzazione e alle manutenzione straordinaria di strade e altre opere di urbanizzazione primaria, alla realizzazione di impianti di depurazione e gestione delle acque reflue, di deposito di carburante, alla realizzazione di nuovi edifici pubblici, nonché’ di interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico di quelli esistenti.”
Si dice anche:
“L’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – INVITALIA S.p.A. – svolge le funzioni di stazione appaltante ai sensi dell’articolo 63 del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, del piano complessivo degli interventi, con oneri posti a carico dello stanziamento previsto dal secondo periodo del presente comma, come determinato nella delibera del CIPESS nel limite massimo del 2 per cento dell’importo assegnato del Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027, di cui al periodo precedente.”
Ovvero ad appaltare le opere non sarà il Comune.
Ma è al comma 2 che già si chiarisce dove si andrà a parare ed a cosa servono in realtà i 45 milioni di euro:
“Le opere e gli interventi di carattere infrastrutturale inseriti nel piano complessivo di cui al comma 1 sono di preminente interesse strategico, in quanto necessari per gestire le esigenze logistiche, sanitarie, igieniche, nonché’ di tutela dell’economia locale, indotte o connesse ai flussi migratori.”
Ripetiamo insieme: indotte o connesse ai flussi migratori.
Andiamo avanti:
Nel Decreto legge 19 settembre 2023, Art. 8. “Interventi in favore del Comune di Lampedusa e Linosa” si legge al comma 3:
“Nelle more dell’approvazione del piano di cui al comma 1”
Ovvero le varie infrastrutture che si realizzeranno sull’isola e che il comma 2 specifica essere “indotte o connesse ai flussi migratori.”
“La realizzazione delle strutture di cui all’articolo 5 -bis, comma 1, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 maggio 2023, n. 50, costituisce intervento necessario, ai sensi del comma 2, e connotato da carattere di urgenza.”.
Andiamo a leggere cosa dice l’articolo 5 -bis, comma 1, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20:
“Art. 5-bis
(Misure per il potenziamento tecnico-logistico del sistema di prima accoglienza e dei controlli di frontiera).
“Per la realizzazione dei punti di crisi e delle strutture di cui all’articolo 10-ter del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e dei centri di cui all’articolo 9 del decreto legislativo 18 agosto 2015 n.142 si applicano, fino al 31 dicembre 2025, le facoltà di deroga di cui al comma 3-bis dell’articolo 19 del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 aprile 2017, n. 46, introdotto dall’articolo 10 del presente decreto. Per le finalità di cui al presente comma, limitatamente ai punti di crisi e alle strutture di cui al citato articolo 10-ter, il Ministero dell’interno è autorizzato ad avvalersi delle risorse previste dall’articolo 1, comma 679, della legge 29 dicembre 2022, n. 197″.Prima di leggere nello specifico a cosa devono servire questi centri secondo l’articolo 10-ter del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e all’articolo 9 del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, diamo un’occhiata all’Art. 10-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 28. (Ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato).
Comma 4.
“Ai fini dell’esecuzione dell’espulsione dello straniero denunciato ai sensi del comma 1 non è richiesto il rilascio del nulla osta di cui all’articolo 13, comma 3, da parte dell’autorità giudiziaria competente all’accertamento del medesimo reato. Il questore comunica l’avvenuta esecuzione dell’espulsione ovvero del respingimento di cui all’articolo 10, comma 2, all’autorità giudiziaria competente all’accertamento del reato”.
Ecco perché serve la Caserma della Polizia ed il ruolo centrale della Questura, non perché, come volevano far passare con una campagna denigratoria diretta a far credere che i lampedusani sono tutti abusivi, delinquenti e spacciatori.
Ora andiamo a leggere l’Art. 10-ter:
“Disposizioni per l’identificazione dei cittadini stranieri rintracciati in posizione di irregolarità sul territorio nazionale o soccorsi nel corso di operazioni di salvataggio in mare”.
1. Lo straniero rintracciato in occasione dell’attraversamento irregolare della frontiera interna o esterna, ovvero giunto nel territorio nazionale a seguito di operazioni di salvataggio in mare, è condotto per le esigenze di soccorso e di prima assistenza presso appositi punti di crisi allestiti nell’ambito delle strutture di cui al decreto-legge 30 ottobre 1995, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 1995, n. 563, e delle strutture di cui all’articolo 9 del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142. Presso i medesimi punti di crisi sono altresì effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico, anche ai fini di cui agli articoli 9 e 14 del regolamento UE n. 603/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013 ed è assicurata l’informazione sulla procedura di protezione internazionale, sul programma di ricollocazione in altri Stati membri dell’Unione europea e sulla possibilità di ricorso al rimpatrio volontario assistito.
2. Le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico sono eseguite, in adempimento degli obblighi di cui agli articoli 9 e 14 del regolamento UE n. 603/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013, anche nei confronti degli stranieri rintracciati in posizione di irregolarità sul territorio nazionale”.
Ovvero la natura del centro di cui si parla è di trattenimento ed espulsione e non tratterrà esclusivamente le persone che arrivano via mare e che non hanno i requisiti legali per stare in Italia, ma verranno portati qui anche da altre zone d’Italia persone che hanno le stesse caratteristiche.
Ma vediamo ora l’altro articolo a cui si riferisce l’articolo 5 -bis, comma 1, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20 citato nel comma 3dell’art. 8 del Decreto legge 19 settembre 2023:
“Interventi in favore del Comune di Lampedusa e Linosa”
Art. 19-bis
(Identificazione dei minori stranieri non accompagnati).
Comma 9.
“Il provvedimento di attribuzione dell’età è emesso dal tribunale per i minorenni ed è notificato allo straniero e, contestualmente, all’esercente i poteri tutelari, ove nominato, e può essere impugnato in sede di reclamo ai sensi dell’articolo 739 del codice di procedura civile. In caso di impugnazione, il giudice decide in via d’urgenza entro dieci giorni; ogni procedimento amministrativo e penale conseguente all’identificazione come maggiorenne è sospeso fino alla decisione. Il provvedimento è altresì comunicato alle autorità di polizia ai fini del completamento delle procedure di identificazione ed al Ministero del lavoro e delle politiche sociali ai fini dell’inserimento dei dati nel sistema informativo nazionale dei minori stranieri non accompagnati”.
Vediamo come in realtà sull’isola si sono poste le basi giuridiche per creare non solo un centro di trattenimento e rimpatri ma anche un ulteriore centro per minori non accompagnati e ancora una volta il ruolo centrale della questura che dovrà procedere a identificare i minori.
Ci opporremo non solo alla tendopoli di Capo Ponente ma faremo smontare quella della Casa della Fraternità.
Il comportamento del governo e dell’UE nei confronti del popolo di Lampedusa è vergognoso, irrispettoso e criminale.
Chiediamo che venga immediatamente annullato il D.L del 19 settembre 2023 e che il governo si dimetta!
Che Lampedusa venga tutelata nell’imminente afflusso di migranti che si prevede e di cui abbiamo già visto l’inizio n queste settimane.
L’incapacità dell’UE e del governo nell’agire alla base delle cause che spingono milioni di persone a lasciare il proprio Paese e in molti casi ad esserne causa è un ulteriore motivo perché questo governo si dimetta!